
Chiamatelo, se volete, miracolo di San Giuseppe, protettore dei poveri, degli indifesi e dei derelitti, ma il
Deportivo Isola d'Erba ha finalmente ripreso a dare segnali di vita. Una prestazione brillante e concreta, come non si vedeva dalla domenica dei
Red Hot Chili Peppes alla penultima giornata d'andata. Una prova d'orgoglio, ma anche una dimostrazione di forza per provare a spaventare le lepri in fuga (apparse ultimamente dei
Gold Bunny della Lindt) e regalarsi un finale di stagione degno di nota. Pinilla (tripletta), Vucinic (gol e 2 assist) e Lavezzi (non convocato) sono tornati a segnare e a far sognare. Vietato parlare di
Remuntada (l'anno scorso portò più sfiga delle amarantacee!), ma nelle ultime dieci giornate tutto può ancora succedere.
A temerlo è soprattutto Gero, volato a Gerusalemme per sfogarsi di fronte al Muro del Pianto, dopo aver dovuto rinunciare ancora una volta a Jovetic, Pato, Denis e soprattutto Peluso. Uno shock amplificato dallo sconcertante rendimento dei trio d'attacco: Matri, Amauri e Floro Flores. Secondo alcuni complottisti, la massoneria avrebbe preso di mira il
Lunarossi per impedirgli di vincere il Fantasperti. Secondo altri, i simboli massonici che preannunciano la disfatta sono numerosi e preoccupanti: i gol di Nastasic e Cannavaro, il
101esimo assist di Lodi (diabolica coincidenza: Lodi è anche un nome di città, quindi 0 punti a
nome, cosa, città) e il rigore parato da Handanovic. Strada spianata per la
Longobarda insomma! La stessa strada che Milito (voto 1) ha percorso in direzione
viale del tramonto, vanificando le reti di Rigoni e Diamanti e accrescendo il rimpianto di Oronzo Calò per le esclusioni di Osvaldo e Legrottaglie.
Mister Bellomo e l'Ingegnere osservano con distacco e sembrano non capire, come quei vecchi che restano a fissare un passante scambiandolo per un altro e sentenziando
chistu chiddu è! Estranei alla bagarre. Rilassati e demotivati al punto giusto, in attesa di tempi
meno peggio. Con un
Pierale e un'
Akragas33 in condizioni pietose, meglio godersi la primavera, il ritorno delle rondini e le
spinci. Rigorosamente di San Giuseppe.