7 settembre 2010

Pecore, balene e giovani depressi

Christian Mouritsen, cuoco del Manchester CityPoste nel nord dell'Oceano Atlantico, tra Scozia, Norvegia e Islanda, le Isole Far Oer rappresentano, senza dubbio, l'arcipelago calcisticamente più scalcinato del mondo. La popolazione è composta da 50000 abitanti e 90000 pecore, mentre lo sport nazionale è la caccia alle balene. Il calcio è stato importato dai vicini paesi scandinavi per evitare che giovani, studenti e disoccupati optassero per il suicidio di massa. Motivazioni lodevoli, ma risultati imbarazzanti, vista la pochezza del campionato faroese (una lega a dieci squadre denominata Formuladeildin) e il livello infimo della nazionale. La Fotboltssamband Foroya, affiliata all'UEFA dal 1988, occupa attualmente il 118esimo posto del ranking FIFA, preceduta da Lussemburgo, Kenya, Namibia e Cuba. Più che una squadra, un'accozzaglia di dilettanti allo sbaraglio. Assicuratori, operai, negozianti e commessi di supermercati che nel tempo libero partecipano alle gare di qualificazione agli Europei e ai Mondiali. Per la terza volta in due anni, i "vichinghi per caso" sono stati avversari dell'Italia. Un'occasione unica per incontrare Christian Mouritsen, già capitano dell'Under 21 e fuoriclasse del B36 Torshavn.

Ciao Christian, come stai?
Ciao Cì, non benissimo purtroppo. Lunedì sera mi sbutà u pedi. Il campo della Rondinella che ci è stato assegnato per gli allenamenti fa cacare. Ma meglio così... ho evitato un'altra cafiata (5-0 ndr)!

Come ti sei infortunato?
Cugliuniava cu Rogvi Jacobsen (carpentiere e capocannoniere della nazionale faroese ndr) e ho messo il piede dentro un tombino scupicchiatu. Haiu dulura nivuri all'ossu pizziddu...

Parliamo della tua carriera...
Sono un giovane talento del panorama calcistico faroese e questo significa che non ho speranze, a meno che non decida di andare a giocare nell'Eccellenza lucana.

Come ti spieghi, allora, la chiamata del Manchester City?
Storia vecchia. Parliamo di tre anni fa. Pensa che non ero manco maggiorenne. Un giorno mi telefono sto manager arabo del club inglese, ma non capivo un cazzo di quello che diceva. Accetto al volo e parto per Manchester.

La svolta...
Ma quali minchia! Arrivo lì e capisco subito che qualcosa non quadrava. L'arabo aveva sbagliato numero di telefono e mi aveva scambiato per un giocatore svedese mio omonimo.

Che delusione!
All'inizio non tanto. Cucinavo zuppa di pesce e altre specialità faroesi, tanto che ero stato assunto come aiuto cuoco. Poi però, in preda alla classica saudade vichinga, decisi di tornare a casa.

B36, Under 21 e nazionale... quante soddisfazioni!
Mah, non tante! Avrei preferito vendere condizionatori e ventilatori nel negozio di mio padre. Ma nelle Far Oer fa un freddo cane per 11 mesi all'anno e nessuno li compra. Risultato: il negozio è fallito un anno fa e sono stato costretto a improvvisarmi calciatore per mantenere la mia famiglia e pagare i debiti.

Non buttarti giù. Sei un giocatore di fama internazionale!
Da bambino sognavo di emulare le gesta di Einar & Gunnar (Holly e Benji in versione faroese) e di vincere il pallone d'oro, ma l'unico vero premio che ho vinto finora è il baccalà di legno, come miglior giovane della passata stagione. Sugnu un mortu di fama!

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